Posizione Geografica
Muretto di Alassio
INFORMAZIONI UTILI ALASSIO
- Indirizzo uff. turismo: Palazzo Comunale, Piazza della Libertà, 3 SV ( ITALY )
- Sito web: www.alassio.eu
- Informazioni: +39 0182 64 70 27
IL MURETTO DI ALASSIO

La vocazione turistica della Città non si esaurisce con gli inglesi ma riprende nel secondo dopoguerra all’epoca della “dolce vita”. Nei primissimi anni cinquanta Alassio rappresentava una delle capitali della vita mondana internazionale: grandi nomi del cinema e della cultura, spettacoli ed eventi ad ogni ora del giorno, bel mondo. Motivo principale di tutto questo il Caffè Roma, storico locale gestito dalla Famiglia Berrino, vero e proprio punto di incontro in cui era doveroso essere di casa se si apparteneva al jet set e si era in vacaza ad Alassio o in Riviera.
Davanti al Caffè Roma sfilavano automobili da sogno, dive e divette, scrittori, pittori curiosi, musicisti. Ma davanti al Caffè Roma si trovava anche, come argine al terriccio del giardino pubblico, un anonimo muricciolo, talmente spoglio da tormentare Mario Berrino: “Così spoglio era indegno della vivacità dei passanti e della sensibilità degli ospiti seduti ai tavolini…
Mi tormentava l’idea di dargli un pò di grazia e togliergli con qualche ornamento quella miseria”.
E difatti nel 1953 dall’incontro con Ernest Hemingway, abituale frequentatore del Caffè, l’idea prese forma e si realizzò.
Mario Berrino amava mostrare ai suoi ospiti un album con gli autografi dei personaggi più illustri passati nel suo locale; con gli anni le pagine aumentarono e le dediche e gli autografi diventavano delle chicche talmente preziose che era un peccato tenerle quasi nascoste.
Ecco perché al momento della firma di Hemingway, Berrino gli espose la sua idea.
Riportare le firme su piastrelle in ceramica colorata e decorare con queste il muretto: “Okay, Mario – esclamò lo scrittore – Okay, devi farlo”. Bisognava mettersi all’opera al più presto così, per evitare qualsiasi ostacolo burocratico, all’alba, clandestinamente, il gruppo di Mario Berrino colloca le prime tre piastrelle (realizzate con l’aiuto del ceramista Pacetti): Hemingway, Quartetto Cetra, Cosimo di Ceglie. L’indomani nessuna protesta. Nei giorni seguenti vennero aggiunte, sempre come se niente fosse, altre piastrelle.
Il sindaco Torre e tutta la città avevano certamente pensato che stava nascendo qualcosa di geniale, e che era meglio far finta di ignorare in modo da intralciare il meno possibile.
E così è stato. Oggi sul muretto si possono contare circa 1000 piastrelle.